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La storia di Pantelleria

Pantelleria
Segni del Passato
Cenni della storia dell'isola di Pantelleria
Dai sesi a giorni nostri
Pantelleria è un'isola assolutamente unica. Quello che conosciamo oggi della storia che la riguarda ha ancora molti vuoti tra un’epoca e l’altra.
 
Già dalla sua nascita 200.000 anni fa infatti, si delinea il suo carattere ed il suo destino nel tempo.
Attraverso qualche secolo di eruzioni anche di diversa natura, ecco affacciarsi al mondo una
“Perla Nera nel cuore del Mediterraneo”
che per la sua posizione, diventa spesso preda di un susseguirsi di dominazioni più o meno vantaggiose e/o disastrose.

 
Posizionata tra la Sicilia e l'Africa
Contesa tra fenici e greci
Combattuta tra Roma e Cartagine
Divisa tra cristianesimo e Islam
Amata dagli arabi e dai Normanni
Spaventata dalla furia dei turchi, dei corsari catalani, dai genovesi e dai cristiani.
 
E così via potremmo continuare fino ai giorni nostri.
La prima traccia del passaggio dell'uomo sull'isola di Pantelleria risale a circa 5000 anni fa e la prima testimonianza di questo passaggio è un grande monumento a pianta circolare realizzato con materiali di origine vulcanica:
Il SESE
Nell'Isola di Pantelleria se ne contano un centinaio. A costruirle fu, un popolo che approdò sull'isola a caccia della preziosa Ossidiana e che fondò il proprio villaggio nella zona di Mursia.
La sua funzione è probabilmente funeraria.
Risale a circa 5000 anni fa
Il primo insediamento umano...

Arrivati sull'isola probabilmente a caccia di ossidiana (oro dell’epoca neolitica) si insediano sull’isola costruendo un villaggio nei pressi di Mursia, utilizzando giacimenti nelle zone di salto alla vecchia e costruendo un muro alto e fortificato per separare la città dei vivi dalla città dei morti. Questo popolo ci ha lasciato in eredità moltissime tombe Semi sferiche chiamate dai panteschi
sesi  = cumulo di pietra.
 Dediti dunque non solo all'agricoltura ed all'allevamento ma anche e soprattutto allo scambio di utensili, strumenti da taglio ed altri oggetti, fabbricati proprio con l’ossidiana di Pantelleria e ritrovati in Sicilia, sulle vicine coste Tunisine e Malta,  che per la sua natura, può essere frantumata ottenendo schegge molto affilate utilizzabili come punte di frecce, coltelli, rasoi, ma anche specchi e gioielli.
Dopo una lunga pausa arrivano:
"I Fenici"

Dall’epoca del bronzo, l’isola rimane apparentemente disabitata fino all’arrivo dei Fenici che inizialmente utilizzarono l'isola solo come scalo marittimo, successivamente fondarono la loro colonia costruendo numerose cisterne su tutto il territorio, una cittadella sulla collina di San Marco ed un porto.
Le regalarono un nome:
YRNM
(Iranim ovvero Isola dagli uccelli che strepitano).
 
Cartagine...
L'età dell'oro  

Entrata nelle grazie della vicina Cartagine, ne conseguì un periodo di splendore.
Divenne città-stato fortificata, punto strategico su tutte le rotte tra Africa e Sicilia
Sviluppò un commercio florido di stoffe, rame, spezie, metalli preziosi e persino schiavi.
Al moltiplicarsi della popolazione, seguì una coltivazione agricola intensiva (fu introdotta per la prima volta la coltivazione della vite ad alberello)
Risolse il problema dell'acqua, costruendo numerose cisterne su tutta l'isola.
Coniò addirittura una propria moneta.
Ma un porto ben presidiato ed una popolazione agguerrita non scoraggiò l'arrivo dei Romani che,
dopo una serie di tentativi durante le guerre puniche,
definitivamente la conquistarono nel 217 a.C.
epoca romana
Età Antica ...
I Romani e Cossyra

Con l'arrivo dei Romani, l'economia dell'isola riceve un forte impulso allo sviluppo...
Il porto venne reso più sicuro per i traffici commerciali,
l’agricoltura fu particolarmente curata prestando maggiore attenzione
alla coltura della vite ed alla produzione
del “vino passum” (moscato).
I primi centri agricoli sorsero in questo periodo, con la divisione e assegnazione delle terre ai contadini.
Molti gli insediamenti che dimostrano il loro passaggio, il più importante dei quali
si trova nell’acropoli di San Marco dove recentemente
oltre a suppellettili di vario genere sono stati rinvenuti
tre ritratti in marmo raffiguranti
Cesare, Tito ed una donna identificata con Antonia minore.

Con la caduta dell'impero, l'isola fu presto preda di vari popoli tra cui i vandali (nel 439).
Oggi i resti di quel piccolo villaggio, si trovano nelle vicinanze del porto di Scauri.
dove pure è stato rinvenuto il relitto di una nave commerciale dell’epoca, a poche decine di metri dalla costa.
Intorno alla metà del IV secolo è la volta dei  ...
Bizantini...

E di nuovo l’isola rifiorisce. Diventa un'importante fortezza militare
e per circa 100 anni, vive una relativa tranquillità grazie agli scambi commerciali, alla ripresa dell’agricoltura, dell’artigianato e alla produzione di un particolare tipo di terracotta denominata Pantelleria ware.
A loro si deve la prima edificazione del castello, mentre i monaci basiliani edificano un monastero sull’acropoli. Il rito greco-ortodosso si radicò fortemente sull’ isola, soprvvivendo a tutte le dominazioni successive.
Alcuni sarcofagi scavati nella roccia, in varie località, e probabilmente lo stesso attuale nome dell’isola Pantelleria dal greco
PATELAREAS - “piatto, padella”
(proprio per la terracotta prodotta in quei tempi), ne sono una testimonianza.

Il Medioevo a Pantelleria:
"Bent el Rhia" e gli arabi (835-1087)

Al comando dell’ammiraglio Abù Al-Aglab, distrussero la flotta bizantina e s'insediarono stabilmente per circa 200 anni. E di nuovo, questa volta nelle mani dei berberi e sotto il governo di un Caid, l’isola diventa un giardino meraviglioso, ricco e florido.
I berberi, contadini per loro natura, cominciarono a trasferirsi sull’isola e divisero con gli abitanti, le terre da coltivare. Introdussero nuovi metodi di coltivazione, irrigazione e nuove colture, tra cui il cotone, lo zibibbo (dal quale ricavano l'uva malaga) e molte spezie che ancora oggi vengono usate in cucina. Consentirono anche libertà di culto dietro pagamento di una tassa. Chiamarono l'isola
GUSIRAS
arabizzando il nome latino e la definirono
"Bent el Rhia" - Figlia del Vento.
Per molti secoli rimasero ben saldi costumi e lingua araba. Segni tanto profondi che sono ancora rintracciabili in molti vocaboli del dialetto pantesco, oltre che nell'organizzazione del territorio ed in specialm modo nomi di contrade e di cose.
La fine dello splendore arriva dal Tirreno ...
La cacciata dei musulmani

La flotta delle repubbliche marinare alleatasi con i pirati saraceni, caccerà i musulmani dall’isola come da tutte le terre cristiane, ma saranno i normanni a porre fine alla supremazia araba. In due tempi e nel giro di ventennio arrivano, massacrano, ripartono e ritornano decisi a cacciare i saraceni e ad occupare l'isola stabilmente. Si riveleranno buoni sovrani anche se per poche decine d'anni. Durante il loro dominio lasceranno immutata l’organizzazione sociale, ma cambieranno la giurisdizione. I pochi arabi rimasti sull’isola passeranno come si suol dire
“da padroni a garzoni”.
 Furono i Normanni ad edificare il castello, erroneamente chiamato “barbacane”. E come gli arabi prima di loro, furono tolleranti verso le diverse etnie che ormai affollano l’isola.
Ai Normanni, privi di eredi seguirono ...
Gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi

Con Federico II, innamorato della Sicilia, anche Pantelleria brillerà di luce riflessa che entusiasmerà gli abitanti al punto da difendere l’ultimo erede dalla minaccia degli Angioini, così tenacemente da riceverne una grossa somma in denaro.
Purtoppo gli Angioini ebbero la meglio e dopo il martirio di Corradino di Svevia, l’isola cadde nelle loro mani.
Gli Angioini al contrario degli Svevi, odiavano l’isola considerandola "terra araba".
Gravarono gli abitanti di tasse pesanti, disseminarono odio tra di loro al punto che gli ebrei ed i cristiani iniziarono a vivere in aree distinte,
ribattezzando per protesta, i luoghi con nomi di santi.
 
Cacciati dopo poco più di dieci anni dai Vespri Siciliani, lasciano campo libero agli Aragonesi, poi unitisi agli spagnoli.
 
La dominazione Aragonese, fu caratterizzata da lotte fra le famiglie nobili e potenti e Pantelleria, un po' immiserita e fuori moda, esposta alla pirateria dei Turchi, ma sempre bellissima, sarà palleggiata come dono, ora di questo ora di quell’altro signorotto.
In questo periodo fu introdotto il feudalesimo (1361) ad opera di Federico IV di Sicilia che per saldare un debito, la concesse in feudo all’ammiraglio genovese Emanele Doria. Dopo vari passaggi sarà acquistata dai Requiesenz che la terranno per i 4 secoli successivi.
La fine della collaborazione musulmana ...
Gli Spagnoli

Il regno Spagnolo, animato dall’ardore cristiano, è deciso a cacciare definitivamente i musulmani, soprattutto dopo le ultime incursioni saracene, che videro il massacro di gran parte della popolazione e la distruzione dell’abitato ad opera del Corsaro DRAGUT.
Il castello fu fortificato con un nuovo bastione a mare per l’artiglieria.
Gli ebrei, che con le loro ricchezze attiravano i pirati, furono costretti a convertirsi o a lasciare l'isola.
Militari, burocrati e nuove maestranze ripopolarono il territorio, portando nuova linfa e nuovi residenti, di cui ancor oggi troviamo testimonianze nei cognomi di molti panteschi.
Numerose furono le chiese e le cappelle votive costruite durante questo periodo, che vide l’isola fortemente cristianizzata.
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